Il Ponte Incontinente

Il Cavalcamare, così come spesso viene definito il Ponte sullo Stretto di Messina, scavalcando polemiche da ponte si ponte no, in un millennio ha stimolato in vari modi strategie progettuali. Il volume raccoglie, in un corposo e a tratti inedito, il materiale iconografico che riunisce quanto di più significativo è stato elaborato dagli architetti e dagli ingegneri cimentatisi nella progettazione di un Ponte che non ha eguali nella storia. Il Ponte Incontinente, perché tracima e sconfina in ambiti non sempre propri come l’architettura o l’ingegneria ma nella storiografia, nella letteratura, nel fumetto…si offre al lettore con tutto il suo bagaglio illustrativo che non vuole solo dare di conto della mole di proposte redatte, ma ne richiede una sua necessità realizzativa. Nei suoi 3.333 m si pone come sfida costante; così in questo tratto di mare compreso nello Scilla e Cariddi dello Stretto potrebbe costruirsi un’opera ineguagliabile, che sorvolando da par suo posizioni politiche, a tratti paralizzanti, possa ergersi fiero e maestoso a rievocare l’archetipo nella sua incessante avventura. Come vorrebbe Heidegger “Il luogo non esiste già prima del ponte. Certo, anche prima che il ponte ci sia, esistono lungo il fiume numerosi spazi che possono essere occupati da qualcosa. Uno di essi diventa a un certo punto un luogo, e ciò in virtù del ponte. Sicchè il ponte non viene a porsi in un luogo che c’è già, ma il luogo si origina solo a partire dal ponte. Il ponte è una cosa, riunisce la Quadratura, ma la riunisce nel senso che accorda alla Quadratura un posto. A partire da questo posto si determinano le località e le vie in virtù delle quali uno spazio si ordina e si dispone.“